La digital transformation ai tempi dell’emergenza
L’epidemia di Coronavirus – il famigerato Covid-19 – che ci ha colpito nelle ultime settimane, ha scatenato in Italia una crisi – non solo sanitaria – senza precedenti, un’emergenza nazionale che coinvolge l’intera popolazione: cittadini, commercianti e liberi professionisti, grandi e piccole imprese, rischiando di “azzerare” l’economia del nostro Paese.
La gestione di questa delicata situazione rappresenta una sfida difficilissima, in bilico tra il rispetto delle norme di sicurezza per la salute e il mantenimento della continuità produttiva.
L’esito è incerto, ma per uscirne in piedi l’unica via possibile è cominciare ora a gettare le basi per un ritorno alla normalità, che tuttavia sarà inevitabilmente diversa da quella precedente a cui eravamo “confortevolmente” abituati.
Prima e dopo
C’era un prima e ci sarà un dopo, ma nel mezzo la consapevolezza che un microscopico virus è stato sufficiente per mandare all’aria le nostre certezze e sconvolgere i nostri delicati equilibri sociali e lavorativi.
Anche se difficile crederlo adesso, in un momento simile non tutto è però da dimenticare; non resteranno solo “rottami” da riaggiustare, ma anche qualche elemento positivo. Guardando al bicchiere mezzo pieno, bisogna sforzarsi di capire che questa epidemia rappresenta anche un’occasione di crescita che non deve andare perduta.
Nuove modalità di organizzazione del lavoro, nuovi tool da imparare a utilizzare, una forte spinta all’innovazione… La riscoperta del grande potenziale del digitale in quanto a efficacia, rapidità e creazione di nuove relazioni.
In poche parole dobbiamo saper cogliere e fare nostre le opportunità offerte da questa sorta di digital transformation forzata.
Il “vaccino” digitale
Se ancora non è stato creato un vaccino anti-coronavirus per le persone, la digitalizzazione può esserlo per le aziende. Su una scala più ampia, si può dire che la rivoluzione digitale costituisca un vaccino anti-crisi, anche senza emergenze sanitarie in corso.
Ad esempio, l’ampio e diffuso ricorso allo smart working “coattivo” in questi giorni convulsi, potrebbe introdurre una rivoluzione permanente all’insegna dell’agilità, in cui il lavoro da casa e la qualità della cosiddetta employee experience, diventino un cardine per il miglioramento della produttività aziendale.
Con un approccio più filosofico, tra una call e una webex dal salotto di casa, ritrovarsi senza i punti di riferimento dell’ufficio, senza quelle piccole certezze di ogni giorno che ci danno sicurezza, fa riflettere sul nostro ruolo, sulle nostre responsabilità, sul nostro essere parte di un sistema che non per forza deve restare sempre ancorato ai vecchi schemi organizzativi e relazionali.
Trasformazione culturale
Dell’importanza della Digital Transformation come motore della crescita aziendale si parla del resto da diverso tempo, salvo poi scontrarsi con la realtà di un mondo del lavoro impreparato alla sfida, e per i quali gli strumenti digitali restano ancora una chimera.
Il problema è che la trasformazione viene spesso associata esclusivamente a un upgrade tecnologico, quando invece il percorso verso la digitalizzazione è legato principalmente a una profonda trasformazione culturale e metodologica, che coinvolge in primo luogo le persone e le loro abitudini.
Dal blocco forzato di questo periodo bisogna in un modo o nell’altro ripartire, perciò cerchiamo di farlo nel modo giusto, compiendo qualche sforzo in più per diventare noi stessi gli acceleratori di un cambiamento ormai in atto.